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IL MANIFESTO DELL'ELEGANZA SPIRITUALE

Tratto da un testo di Stefano Bettera

STEFANO BETTERA è uno studioso e scrittore molto preparato, autore di diversi testi tra i quali:

- “Il Buddha era una persona concreta”

- “Felice come un Buddha"

- “Fai la cosa Giusta”.

Avendo il piacere e l’onore della sua amicizia, ho espressamente richiesto autorizzazione di riportare a voi che mi seguite uno dei sui ultimi spunti di riflessione. 

Stefano ha infatti coniato l’espressione “Eleganza Spirituale” perché oggi si parla molto di gentilezza ma a volte si travisa il senso di questo termine.

Nella gentilezza c’è indubbiamente l’aspetto formale dell’essere gentili come prassi di buona educazione, ma è possibile andare oltre ai buoni sentimenti di facciata per collegarsi al valore più profondo del termine.

ECCO LE CONCLUSIONI DI STEFANO IN MERITO:

L’eleganza spirituale è un agire saggio e sacro, un andare verso l’altro, un gesto di naturale connessione, di dialogo, di testimonianza che si esprime attraverso la gentilezza. 

L’eleganza spirituale è ciò che ci definisce per come siamo e per come ci relazioniamo col mondo.

Dunque, in ultima istanza, è ciò che fa la differenza tra ciò che scegliamo di essere e come ci lasciamo vivere in quanto persone che formano una comunità.

I 10 punti del manifesto

- Creatività non convenzionale: prima di tutto occorre un atteggiamento creativo, eterodosso, problematico, non convenzionale.

- Radici e identità: i valori, le radici, le identità, le appartenenze non sono confini rigidi ma terreno fertile di scambio per generare amicizia sincera e relazioni affettive.

- Linguaggio che unisce: serve un linguaggio-ponte che unisce, include, non genera allarmismo e ferite ma occasioni di dialogo, comprensione e cura.

- Più cultura: solo il colpo d’ali di chi può immaginare un’idea diversa di umanità può farci riscoprire il senso dello stare insieme e generare una cultura di prossimità.

- Niente mito del buon selvaggio: la nostalgia per un passato di purezza romantica e incontaminata significa attaccarsi al mito del buon selvaggio, non attuabile.

- Uomo e natura: uomo e natura sono uniti in un processo evolutivo comune che si esprime a partire dal saper creare comunità.

- Lavorare in rete: ogni esperienza moltiplica la propria efficacia se inserita in una rete. Voler cambiare il mondo da soli è un sogno eroico tanto affascinante quanto irrealistico. Nessuno si salva da solo.

- Una nuova salvezza: ci si salva rimuovendo gli ostacoli che ci impediscono di essere compiutamente umani ovvero dal velo dell’ignoranza e dell’oscurità che non ci permette di scegliere la luce.

- Saggezza ecologica: occorre coltivare una nuova saggezza, una mente ecologica, aperta, capace di testimoniare ogni esperienza senza chiudersi in punti di vista dogmatici.

- Eleganza spirituale: nella comunità dell’eleganza spirituale l’uomo e la mente ecologica creano la relazione che trasforma, guarisce, ricostruisce l’Unità.

TORNANDO A NOI:

Stefano ha concluso con la parola Unità, termine che ben conoscete come studenti e praticanti Yoga.

Ho pensato di inserire questo articolo nel nostro per-corso in quanto attinente al filo conduttore che stiamo sviluppando quest'anno (“Conoscere se stessi”) e comunque strettamente legato al tema della Consapevolezza, osservata e vissuta in tutte le sue accezioni.

Provate quindi, se volete, a sentire cosa in questo decalogo risuona particolarmente in voi e lasciate che questo possa arricchire e nutrire il divenire delle vostre sensibilità, la conoscenza di "come funzioniamo" e del come "come agiamo o reagiamo".

Dalla consapevolezza che ne deriva origina il riconoscimento dei processi mentali che ci condizionano che costituiscono "il velo di ignoranza (intesa come non sapere nulla di sè) ed oscurità" a cui faceva riferimento Stefano. 

IN CONCLUSIONE:

... come a volte accade, vi lascio con alcune domande su cui riflettere:

- La Consapevolezza, ovvero riconoscere questi processi, può lasciare maggiori spazi di libertà?

- E quando siamo più liberi, come si esprime in nostro sentimento d'Essere, la qualità della Vita, le Relazioni?

- La Gentilezza e l'impronta di una certa "Eleganza Spirituale" ci possono essere utili nel percorso?

- Tutto questo potrebbe avere un'incidenza sulla chimica del nostro corpo, quindi un collegamento diretto con la salute del corpo?

Riguardo questa ultima domanda, per non lasciarvi nel dubbio, cosa che non sembrerebbe gentile, la risposta è  assolutamente si !!

Infatti è accertato, anche in termini scientifici, che al modificarsi del nostro modo di essere coscienti corrisponda una risposta fisica e mentale nel senso dell'armonia funzionale. 

Nell'augurio che tutto questo vi sia gradito ed utile colgo l'occasione per ringraziare Voi che mi leggete, per l'attenzione, e Stefano per gli spunti, la disponibilità e l'amicizia che mi dona. 

Vito Accettura  

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Insegnamento dello Yoga, attività professionale disciplinata ai sensi della Legge 14/01/2013 n.4 (G.U. n.22 del 26/01/2013)